16 ottobre 2009

...e fu l'Epoca Vittoriana


Dato che ieri sera abbiamo parlato del primo dei due macroargomenti di questo blog, mi sembrava corretto, per par condicio, far intervenire l'altro a dire la propria [e a farsi prendere bene in giro come è accaduto al compare].

Mi piace pensare all'epoca Vittoriana da una parte e quella Georgiana dall'altra che si fronteggiano e mettono in luce le rispettive analogie e differenze.

Quella che mi salta agli occhi incomincia dal titoletto con cui io stessa ho chiamato l'epoca Georgiana: l'apogeo dei Giorgii.
Se, infatti, nell'epoca Georgiana si sono succeduti ben quattro monarca inglesi, l'epoca Vittoriana riguarda un solo sovrano, anzi, siamo più precisi, unA solA sovranA.

A quanto pare le regine inglesi sono destinate a fare la storia visto che a due di essere sono state addirittura intitolate delle epoche storiche! [mi riferisco, oltre che alla sopracitata epoca Vittoriana, anche all'epoca Elisabettiana], qualcuno ha per caso sentito parlare di un'Epoca MariaAntoniettana? Certo c'era lo stile LuigiXXX, ma assolutamente niente di paragonabile.
Invece la grande (non di statura) Vittoria è riuscita dove molte altre hanno fallito. E' riuscita a fare la Storia e la Storia la si fa in un solo modo: cambiando.

Quello che mi affascina di quest'epoca è il suo essere di per sè una contraddizione in termini.
Da una parte si tratta senza dubbio di un'epoca illuminata e progressista, c'è stata la Rivoluzione Industriale (la prima e la seconda), si sono avute scoperte e invenzioni importanti addirittura per la nostra storia moderna, si sono pubblicati fior fiore di romanzi e saggi sui diritti. Si è sperimentato molto di nuovo, insomma.
Ma dall'alro è innegabile che la società Vittoriana e gran parte delle sue regole, delle sue basi, siano cristallizzate nel passato, come se tutto questo progresso e questo movimento del mondo non li riguardasse.
Mai la divisione di ceto e di classe è stata importante come allora, si sono sprecate regole, etichette, nomi e nomignoli sul cosa fare e sulcome farlo, vigeva il detto: "Se sgarri sei fuori". E il fuori faceva parecchio paura perchè la gente non conosceva molto altro rispetto al mondo in cui era cresciuta. Ma poi anche i ricchi nobili di antico lignaggio viaggiavano sui nuovi convogli a carbone, i treni, simbolo stesso della nuova industria che cresceva.

Parlando di date e di periodi, l'epoca Vittoriana nasce con l'ascesa al trono britannico della giovane Alexandrina Victoria Hannover, al tempo appena diciottene. Correva l'anno 1837.
L'epoca Vittoriana è inscindibile dalla persona da cui trae il nome, Vittoria, e rimase tale fino alla fine del suo regno, sviluppandosi successivamente in una copia sbiadita di quello che fu il governo della Regina, ma mutando progressivamente.

Agli inizi il regno della nuova Regina Vittoria si caratterizzò per la sua rigidezza e il suo spirito conservatore, determinato soprattutto dall'operato dei Primi Ministri all guida del Paese più che dalle scelte della sovrana, ancora inesperta per il ruolo di comando a cui era arrivata, è il caso di dirlo, quasi per caso.
Successivamente l'influenza del marito, il Principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, consorte di Vittoria, contribuì a mantenere il clima conservatore dello stato.

Negli ultimi vent'anni di regno, la popolarità di Vittoria presso tutte le classi sociali raggiunse i massimi livelli.
Considerata un esempio di onestà, moralità, patriottismo e dedizione alla famiglia, Vittoria fu il simbolo vivente della solidità dell'Impero Britannico e della sua epoca. Il suo regno, durato sessantatré anni, fu il più lungo nella storia dell'Inghilterra, la quale conobbe un periodo di prosperità senza precedenti, una cosa piuttosto curiosa visto che l'intento, invece, era quello di mantenere storie e tradizioni.

Ma a dispetto delle sue scelte politiche e a differenza di molti altri sovrani, alcuni dei quali definiti "Illuminati", Vittoria non si permise mai di ostacolare lo sviluppo sempre crescente e l'industria che viaggiava a ritmo serrato verso il progresso tecnologico e meccanico.

Questo naturalmente porta ad un'altra riflessione sulle contraddizioni: la sovrana conservatrice che supporta il progresso industriale e del Paese [non immaginiamo Vittoria con striscioni per le piazze a gridare "Progresso sì", ma pensiamo che già il suo non ostacolare fosse un comportamento inusuale per un monarca dell'epoca], ciò portò ad enormi benefici della classe media, la borghesia che tanto faceva paura ai sovrani forse più "illuminati", ma decisamente arretrati come ideologie della Germania e della Francia.

L'Inghilterra conservatrice fu patria del progresso industriale.
Un titoletto carino per qualche giornale satirico del tempo [che tra l'altro proliferavano ed erano anche piuttosto irriverenti come la moderna stampa italiana, naturalmente dotati di quello humor inglese che dalle nostre parti preferiamo chiamare "freddura"].

Certo, per come la si conosce oggi, l'industria di allora pare davvero qualcosa di antiquato e sorpassato, un vero "pezzo da museo", quindi facilmente abbinabile al concetto di passato e conservatore.
Ma forse, cambiando il punto di vista, ci si accorge che per l'epoca non era proprio così.

Un esempio concreto? Prendiamo la nostra quotidianissima Italia. L'Italia come veicolo trainante del progresso tecnologico e informatico. Miliardi di euro stanziati dai Governi italiani per la ricerca, importanti scoperte scientifiche, nuove norme a tutela non solo delle persone "fisiche", ma anche di quelle "virtuali"; tutto questo non vi lascerebbe perplessi.
Non direste: "L'Italia? Davvero? Cos'è, uno scherzo?".
Ecco, la reazione che suscitano le parole conservatore+Rivoluzione industriale oppure ReginaVittoria+ProgressoIndustriale dovrebbe essere paragonabile a quella del siparietto di cui sopra.

Vittoria fu un personaggio talmente influente che condizionò un mare di aspetti: la cultura in primis, ma arte e letteratura, pensiero, religione, spirito patriottico, design, cucina. Talmente che all'epoca in cui visse venne dato il suo nome. Ecco perchè Epoca Vittoriana. Ed ecco perchè è così importante.

Ma avremo tutto il tempo di analizzare nel dettaglio le varie sfaccettature di questo mondo così affascinante, quantomeno per me.
Per oggi quindi ci salutiamo, ciao!

Mauser

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