13 febbraio 2010

Il Velocipede

Per la nostra rubrica dei mezzi di trasporto, oggi parleremo del velocipede.
Inizialmente, devo confessare, volevo aggiungerlo alla lista degli "oggetti d'epoca" nella sua apposita rubrica, ma poi ho cambiato idea, perchè, sebbene il velocipede rappresenti l'antenato della bicicletta, è chiamata con lo stesso nome anche la categoria dei veicoli mossi da forza umana (sia di braccia che di gambe) secondo l'ultima revisione del codice della strada, ho quindi preferito spostarlo di categoria, spero di non aver generato eccessiva confusione... ^_^

Tornando al prototipo, invece, senz'altro tutti lo rammenterete da qualche documentario o da qualche illustrazione dell'Ottocento, magari di quelle che si vedono per le fiere dell'antiquariato, si tratta di quel mezzo di forma simile alla bicicletta, composto da due ruote di cui una gigantesca, solitamente quella davanti.

Il velocipede è un brevetto inglese della metà dell'Ottocento; si dice che ad avere la prima intuizione sia stato un fabbro scozzese di nome Kirkpatrick Mac Millan, che, tuttavia, progettava un veicolo dove era la ruota posteriore ad essere più alta, non quella anteriore. L'idea dello scozzese risale al 1840.

Successivamente i suoi studi vennero ripresi da due inglesi Tallemont & Carrol, che richiesero per il loro velocipede il brevetto americano, garantendosi la proprietà dell'idea.
Ma il vero boom di questo mezzo sarà nel 1869 grazie ad altre due persone: James Starley e William Hillman, di Coventry.
I due, impiegati presso una fabbrica di automobili, produssero il primo velocipede "in serie", conosciuto con il nome di Ariel; questo, a differenza delle idee espresse fino ad allora, aveva la ruota anteriore smisuratamente grande, mentre quella dietro era di dimensioni ridotte.

Ebbe subito un grandissimo successo, sebbene ci fossero svariati problemi per l'utilizzo, specialmente cittadino.

In Italia il primo velocipede lo si vide ad Alessandria (Piemonte), un esemplare che era stato acquistato all'Esposizione Internazionale di Parigi, del 1867.


Utilizzo e problemi
Utilizzare il velocipede permetteva, grazie alla grande ruota, di percorrere molta distanza con una sola pedalata; per ragioni più o meno tecniche il diametro della ruota più grande, sia anteriore che posteriore, non superò mai i tre metri, questo perchè esso sarebbe diventato utilizzabile solo da persone con dambe di almeno mezzo metro! E si sa, all'epoca l'altezza media era un po' più bassa della nostra...

Sicuramente era un mezzo ideale con cui spostarsi per le campagne e particolarmente ideale per luoghi poco trafficati, le dimensioni della ruota e la sostanziale instabilità del veicolo lo rendevano, infatti, poco maneggevole.

A causa della mancanza di equilibrio a cui abbiamo accennato sopra, le cadute erano frequenti e spesso rovinose: il conducente sedeva infatti sopra la ruota più alta e una caduta da tre metri d'altezza di certo non fa bene alla salute...
Esso era inoltre poco funzionale per le donne, che lo conducevano vestite con gli abiti da amazzone, libere dalle crinoline e dalle tournure, ma comunque infagottate in più abiti di quanto necessitassero.

A causa di questo, nacquero alcune varianti del velocipede costruite per essere più stabile: solitamente erano costituite da tre ruote, che ne garantivano un certo appoggio sul terreno e un discreto equilibrio.
Erano adoperati dalle signore, dai preti (che all'epoca non indossavano il clergyman moderno con giacca e pantaloni, ma la tonaca alla Don Camillo col berretto in testa) e dai gentiluomini con più dignità (ma senz'altro meno senso dell'umorismo).


Riferimenti, cinema e letteratura
Il velocipede è simbolo della città americana di Davis, in California, e di Redmond, a Washington.
Anche il
Massachusetts Public School System, di Westfield lo ha come logo.

Viene mostrato in due film abbastanza famosi: una versione classica utilizzata in Il viaggio del mondo in 80 giorni, adoperato da Jackie Chan nei panni del servitore Passpartout.
Fa anche la sua comparsa nel lungometraggio Wild Wild West, con Will Smith, dove rappresenta una specie di crossover.


Curiosità
Il velocipede viene anche chiamato penny (abbreviativo di penny-farthing) in USA, oppure dandy-horse (in Inghilterra), questo perchè la sua introduzione sul mercato riscosse molto successo tra i circoli di affettati damerini britannici, finalmente liberi da quelle bestie puzzolenti che erano i cavalli.

Il più grande ritrovo di velocipedi si ha ogni anno a Febbraio in Tasmania (Australia), dove gli appassionati si sfidano in gare avvincenti e si possono ammirare autentici capolavori e pezzi di storia.

È inoltre stato utilizzato un velocipede per la raccolta di fondi contro la leucemia: uno di questi mezzi è stato guidato per tutto il territorio australiano per finanziare la ricerca contro questa malattia.

Nel 2008 Joff Summerfield ha completato il suo giro del mondo in velocipede per un totale di 22.000 miglia. Summerfield ha impiegato due anni e mezzo a compiere l'intero giro, attraversando 23 Paesi, passando per luoghi come il Taj Mahal, Angkor Wat e l'Everest.

Ecco i record stabiliti con unvelocipede o che lo riguardano da vicino:
Ecco invece qualche titolo sui velocipedi e i penny farthing:







Spero che questo intervento sia stato interessante, a presto e bacioni a tutti!



Mauser

5 commenti:

  1. *_*
    Che bello. *_*
    Ma come mai non hai mai commenti? Queste rubriche sono la cosas più interessante del mondo, è un vero peccato che il blgo sia disabitato. Non smettere mai di scrivere, c'è sempre gente che ti segue! X°D

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  2. Grazie mille, sei gentile ^_^
    Di certo continuerò perchè mi piace, ma sapere che qualcuno le trova interessanti aiuta parecchio *____*

    Apprezzo molto e tengo alla tua approvazione

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  3. Sono capitato su queste pagine per caso mentre stavo facendo una ricerca per "carovane dei pionieri"...
    Ma questo è un posto incantevole! Basta leggere pochi articoli e subito la fantasia parte a razzo! brava così si fa!
    Questo questo blog è finito diretto tra i miei preferiti e, come giustamente esclama Nari poche righe più su, scrivi! scrivi ancora e noi ti leggiamo sempre volentieri.
    ciao da Genova!
    Stefano

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  4. Sei di Genova anche tu?! Che coincidenza, non credevo ci fossero appassionati anche nella mia città!

    Mauser

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  5. Felice di conoscerti allora!
    Ho letto un bel pò di pagine del tuo blog e devo dire che la tua passione ci porta una quantità di informazioni preziose, importanti, aneddoti divertenti e anche bellissime foto che trovi in giro (per esempio quelle sulle venditrici di mazzetti di fiori).
    Sicuramente "tengo d'occhio"questepagine e continuo a leggerti...
    Stefano/Genova

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