20 giugno 2010

Brilliant green

Hello!
Come va? Spero tutto bene, io come vedete mi sto portando avanti col lavoro e sto scrivendo un po' di post nel tempo libero, deliziandomi delle mie ricerche ora che non ho più la consegna pressante del capitolo della mia fanfic su Harry Potter, rigorosamente Dramione.

Il post di oggi l'ho intitolato brilliant green e se tra voi c'è qualcuno con l'anima del detective alla Miss Marple o alla Hercule Poirot, sicuramente avrà colto immediatamente il richiamo a qualcosa che avevo già detto.
No?
Poco male, vi do un aiutino... rammentate il post sul cappellaio e sul famoso modo di dire «Essere matti come un cappellaio»?
Ahah! Adesso non avete più scusanti!
Sì, naturalmente mi sto riferendo al colore e alle sue... ehm, come metterla in maniera carina? Sì, insomma, proprietà collaterali, prima fra tutte la sua tossicità.

Ci fu un tempo, infatti, in cui i pigmenti coloranti avvelenavano le persone.

Il colore verde è il caso più eclatante: entrato nella rosa delle tinture relativamente tardi, dovette la sua fama principalmente al fatto che fosse difficilissimo da ricreare e, anche una volta tinta la stoffa di questa sfumatura, la colorazione tendeva a sbiadire a macchia di leopardo, creando effetti sicuramente scenografici, ma forse non proprio esempi di stile per la cultura dell'epoca, dove i jeans strappati e le camicette stropicciate non erano ancora il top dello chic.

Per lungo tempo durante Cinquecento, Seicento e Settecento si cercò di mettere a punto un pigmento colorante abbastanza resistente che non rendesse abiti e drappeggi inutilizzabili dopo essere stati adoperati una singola volta.

La grande scoperta dell'Emerald Green
La grande scoperta della colorazione verde fu ad opera del chimico Scheele, da cui deriverà poi una particolare gradazione di verde adoperata per tessuti e carta.
Dai suoi studi Scheele ottenne una pigmentazione abbastanza vivida e resistente che entrò subito in commercio.
A causa tuttavia delle sue protratte ricerche sull'arsenico e altre sostanze tossiche che componevano la formula chimica del verde, Scheele morirà nel 1786, proprio per una intossicazione da arsenico e metalli pesanti.

Nel 1814 due chimici tedeschi, Russ e Sattler cercarono a loro volta di migliorare le colorazioni che si erano tentate fino ad allora, quasi tutte a base di arsenico e malachite.
I loro esperimenti portarono alla sintetizzazione in laboratorio di un pigmento a base di arsenico che venne chiamato Emerald Green, estremamente tossico.

Formula chimica dell'emerald green
Cu(C2H3O2)2·3Cu(AsO2)2



A dispetto del fatto che un prolungato contatto con la sostanza portasse ad avvelenamento da arsenico e, quindi morte assai dolorosa, l'emerald green divenne ben presto la moda per i tintori di stoffe, i sarti, i tappezzieri e i criminali in genere.
Ma questo non fu che l'ultimo di una lunga serie di episodi con protagonista questo colore particolare, la sua produzione e il suo impiego.

In Inghilterra il commercio massivo di arsenico era iniziato nel 1812 a Perran-ar-Wortha, proseguito con l'apertura di un nuovo stabilimento nel 1834 a Bissoe nella Carnon Valley.
I locali stabilimenti di lavorazione del cotone e le filande diffusissime in quasi tutto il Nord del paese captarono quasi da subito le potenzialità del prodotto, iniziando ad utilizzare pigmenti e tinture a base di arsenico per la colorazione di stoffe e tessuti.
Oltre all'industria tessile, il verde dato dall'arsenico era adoperatissimo in molti altri ambiti industriali: nelle lampade di piombo, nella concia delle pelli, nella produzione di saponi e nel trattamento di carta da parati.


Manufacture of [emerald green] began in 1814 at the Wilhelm Dye and White Lead Company of Schweinfurt. It was more popular than Scheele’s green and was soon being used for printing on paper and cloth; it even coloured confectionary.
John Emsley, The Elements of Murder: A History of Poison

La produzione di emerald green iniziò nel 1814 alla Willhelm Dye and White Lead Company di Schweinfurt. In breve divenne molto più popolare del verde Scheele e iniziò ad essere utilizzato per carta e tessuti; venne addirittura utilizzato come colorante in pasticceria.

Con la produzione massiccia di questo colorante, si iniziarono ad avere molte varianti sulla formula di base.

L'origine di tutt i verdi-arsenico che conosciamo è il
Scheele Green: sulla cui formula lavorarono Rus e Sattler. Questa tonalità di verde, sebbene rappresentasse un passo in avanti rispetto alle colorazioni adoperate fino ad allora, era particolarmente spenta e sbiadita.

Emerald Green: conosciuto con moltissimi nomi, tra i quali Parrot Green, Vienna Green, Paris Green, Schweinfurt Green, Imperial Green, è il nome con cui si conosce al formula elaborata da Rus e Sattler nel 1814. L'emerald green, come dicono i suoi nomi, aveva una colorazione vivida ed intensa.



Il secolo dell'arsenico: come i Victorians furono avvelenati quotidianamente
Come è facile intuire, la grandissima diffusione dell'arsenico nell'ambito quotidiano (addirittura alimentare) portò l'Inghilterra del diciannovesimo secolo ad un vero e proprio avvelenamento collettivo da questa sostanza.

La natura tossica della sostanza non venne riconosciuta fino al 1822, quando la sua composizione chimica fu finalmente resa pubblica

…its poisonous nature was revealed. Manufacturers then changed the recipe, adding other ingredients to lighten the colour, and changing its name accordingly in an effort to disguise its true nature.
John Emsley, The Elements of Murder: A History of Poison

...la sua natura tossica venne rivelata. Le industrie cambiarono immediatamente la formula, aggiungendo ingredienti per variarne il colore o cambiando il nome del prodotto per cammuffarne la vera natura.

The girl embroidering
by Georg Friedrich Kersting
Quando fu chiaro che l'emerald green altri non era se non un veleno, il suo massiccio utilizzo cominciò a calare rapidamente. Sfortunatamente il processo che portò dalla scoperta delle proprietà tossiche della sostanza alla comune conoscenza di ciò fu lentissimo e si dovette scontrare contro le grandi e potentissime lobby industriali che impiegavano il Scheele Green e l'Emerald Green nelle loro fabbriche.
Il primo settore interessato fu quell dell'abbigliamento, che già dagli anni 20-30 dell'Ottocento cominciò a disertare le colorazioni a base di verde-arsenico.
Ma il caso più sensalizionale fu senza dubbio quello del settore della carta da parati, la cui produzione e colorazione continuò ben oltre la metà del secolo, cioè circa trent'anni dopo che era stata scientificamente provata la sua tossicità.

Nel 1815 il chimico tedesco Leopold Gmelin (1788-1853) iniziò a sospettare un avvelenamento da arsenico dovuto alla presenza di questa sostanza come colorante di tappezzerie, che appestavano l'aria dove si radunava la famiglia.
Sfortunatamente per le persone dell'epoca, gli avvertimenti dell'uomo caddero nel vuoto e la produzione di carta da parati verde aumentò notevolmente.
Nel 1861 la produzione di carta con Scheele Green o Emerald Green era ancora elevatissima e l'Inghilterra ne era il più grande consumatore mondale. A nulla servirono i ripetuti avvisi di molissimi chimici e medici dell'epoca a cui, dopo ripetuti esperimenti, fu chiaro che la moltitudine di casi di avvelenamento era dovuta alla presenza di arsenico in quasi tutti gli oggetti di uso e contatto quotidiano.

Si può dire che il vero calo di vendite del tintura verde prodotta tramite arsenico si ebbe solamente dopo il 1870, quando la tintura cominciò ad essere sostituita da composti sintetici prodotti e studiati in laboratorio; certo questi ultimi non furono molto meno velenosi, specie nei casi in cui contenevano significative quantità di piombo o rame, ma era comunque un passetto avanti verso il rigetto dell'arsenico.


Le gravi conseguenze
La reazione ritardata alle avvertenze espresse dagli studiosi dell'epoca portò a conseguenze gravissime per la popolazione e per i lavoratori.

Moltissime fabbriche che producevano gli oggetti elencati sopra, oltre ad andare incontro a crolli finanziari a causa del calo dell vendite, si ritrovarono con centinaia di migliaia di ragazze intossicate da arsenico fin dalla giovane età: esse manifestavano disagi fisici e psicologici dovuti al progressivo e continuo avvelenamento perpetrato durante le lunghe ore di lavoro a contatto con la sostanza e i materiali colorati con questa.

Non solo, la percentuale di sofferenti e di morti per avvelnamento da arsenico fu talmente alta che non si è in grado di ritrovare, nella Storia, un tale avvelenamento massiccio di popolazione dovuta ad una singola causa.
I numeri sono raccapriccianti e parlano non solo di avvertimenti non seguiti, dimenticati, derisi, ma anche di speculazione da parte di imprenditori "furbi" che, con il loro comportamento, contribuirono a stroncare la vita di molti innocenti.


La storia del passato, purtroppo, parla spesso di morti a causa dell'ignoranza nelle varie materie e della scienza particolarmente arretrata che, prima di terminare gli studi, stava già commercializzando i suoi prodotti: più che una materia di conoscenza, sembrava un business come un altro per fare soldi a scapito dei poveracci.
Il discorso sull'emerald green è solo uno dei molti che si potrebbero fare, forse neanche l'esempio più significativo.

Una volta mi è stato chiesto come mai amassi tanto la storia, io penso che studiarla e conoscerla sia un modo per imparare dagli errori senza doverci passare in prima persona e credo che gli insegnamento del passato, provati sulla pelle di chi è venuto prima di noi, non dovrebbero cadere nel vuoto.

A tale proposito temo sia inevitabile dire, a questo punto, che il presente blog è un blog di approfondimento storico, certo fatto da una appassionata e non da una professionista, ma in questo campo intendo comportarmi esattamente come una che della storia ha fatto il suo mestiere.
Pertanto, è doveroso che io ammetta che non si parlerà solo di argomenti "leggeri", purtroppo la storia ci fornisce moltissimo materiale più impegnato di cui parlare e su cui riflettere e io intendo parlare anche di ciò, per quanto scomodo esso possa sembrare.
Al tempo dei Victorians, come prima, non c'erano solo bei vestiti e feste favolose, intendo essere assolutamente obiettiva sulla vita all'epoca, sebbene io pensi seriamente che condire il tutto con un po' di umorismo possa aiutare.


Letture interessanti & Sitografia
Killer Wallpaper by Andrew Mehard
White House Museum - The Green Room (riferito alla Casa Bianca degli USA)
Wikipedia - Brilliant Green
Wikipedia - Paris Green
Jane Austen World - Emerald Green or Paris Green, the Deadly Regency Pigment
Two Nerdy History Girls - A deadly shade of green
Pigments through the ages - Emeral green
John Emsley, The elements of murder
(Google Books p.118)

The Arsenic Waltz
or "how poison-green got its name"


Per sdrammatizzare un po' l'argomento, visto che sul finire siamo arrivati ad un punto di discussione decisamente serioso e grave, consiglio l'ascolto della canzone Toxic di Britney Spears, seguita dal video di Byoncé e Lady GaGa Telphone, per rimanere sul tema "macabro".
A seguire una bella canzone dei Brilliant Green, il gruppo Jpop che ha scelto il nome dell'argomento da noi trattato, io consiglio vivamente la opening dell'anime Gintama, il titolo della canzone è Pray, il ritmo è molto sincopato, quindi premetto che potrebbe non piacere...

In aggiunta, la visione di un film che sicuramente la maggior parte di voi conosce, se non a menadito, almeno a grandi linee; naturalmente sto parlando di Arsenico e vecchi merletti, che vede una divertente interpretazione di Cary Grant agli albori della carriera (siamo nel 1944, fors epiù vicini al secolo dei Victorians che a quello attuale), ancora giovane, ad interpretare lo svampito nipote di due candide vecchine il cui passatempo preferito è avvelenare le persone con vino di sambuco corretto con arsenico.

Baci a tutti, a presto!



Mauser

1 commento:



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