24 agosto 2011

La sarta di Arles: il dipinto

Cari lettori, rispolvero dopo molto tempo di assenza la mia rubrica dedicata ai dipinti e vi propongo oggi un quadro che personalmente adoro per i suoi colori allegri e le particolarità che mostra.
Ecco quello che ho scelto

cliccare sulla figura per ingrandirla

Scheda tecnica:
Titolo originale dell'opera: The Couturier's Workshop, Arles
Traduzione: L'atelier della sarta, Arles
Autore: Antoine Raspal
Anno: 1760
Tipo di pittura: olio su tela

Questo quadro dipinto a olio su tela mi piace moltissimo per la vivacità che riesce a trasmettere e anche per la quotidianità che rievoca con i suoi colori e la sua gestualità.

La rappresentazione è particolare sia per la scelta del soggetto, la bottega di una sarta di Arles, sia per il modo in cui è stata rappresentata attraverso le varie lavoranti intente nei loro compiti di cucito e ricamo; di tutte la padrona del negozio è la donna seduta sopraelevata affianco alla finestra, la mano protesa ad indicare come scelta uno di quelli che la sua apprendista l sta mostrando.


Abbigliamento e contesto
Le donne ritratte nel quadro come lavoranti alla bottega della sarta di Arles vestono colori sgargianti e fantasie molto inusuali, l'autore si è servito di ciò per far sì che il quadro fosse ancora più allegro e colorato, si possono infatti riconoscere moltissime tinte, alcune sgargianti, e fantasie di tessuto.
Un vestito ricamato a fantasie differenti dalle classiche righe o tinte unite era molto più costoso rispetto ad altro in quanto la lavorazione per stampare o ricamare le figure sulla stoffa era elaborata e, quindi, impiegava tempo di lavoro che, naturalmente, cucitrici, sarte e ricamatrici si facevano pagare.Questa profusione di fiorellini e ricami nelle vesti appese (e anche in quelle indossate dalle ragazze) è anche sinonimo del fatto che la sarta fosse piuttosto rinomata e lavorasse anche per persone abbastanza ricche da potersi permettere certe stoffe.

Osservate quante fantasie l'autore raffigura nella sua opera



Una cosa molto curiosa da notare, nell'abbigliamento delle donne, è il fatto che ciascuna di loro porti un fazzoletto o un copricapo in testa. Non tutti sono bianchi, certuni sono in fantasia, tuttavia non ce n'è una che non lo porti.
Soprattutto nel Settecento era impensabile che una ragazza, specialmente se nubile, se ne girasse a capo scoperto e con i capelli al vento, cuffiette, cappellini o addirittura lo scialle posato sul capo erano la regola per qualsiasi ragazza se non voleva essere vittima di maldicenze; era permesso uscire senza cappellino o cuffietta solo se si era nel giardino di casa, ma anche lì molte la portavano... Anche le contadine, sebbene si dica, giravano a capo coperto con un fazzoletto multicolore legato sulla nuca o sotto il mento.

Osservando attentamente il quadro, inoltre, l'osservatore può constatare come il tavolo ingombo sia disposto accanto alla grande finestra a vetri. Le finestre al tempo erano molto grandi proprio per permettere l'entrata di più luce per i lavori domestici. Al tramonto, quando il sole calava oltre l'orizzonte, le attività venivano sospese, l'illuminazione era ridotta al minimo, in quanto molto costosa, e terminata la cena si andava tutti a dormire, specialmente perchè la vita dei dipendenti cominciava all'alba e a volte anche prima.



Gestualità
L'autore è riuscito, con la sua cura per i dettagli e la sua bravura di ritrattista, a riproporre al lettore l'atmosfera ciarliera e allegra delle molte donne che chiacchierano insieme, esprimendo preferenze e opinioni sui vari vestiti realizzati; è sufficiente guardare le gambe delle donne, accavallate per il lavoro per riconoscere un ambiente sereno, a differenza di altri quadri dove le impiegate sedevano chine con l'abito sulle ginocchia chiuse, saldamente unite in una posizione scomoda e innaturale, ma molto puritana.
Queste sartini di Arles, invece, rappresentano le ragazze sognatrici e a volte un po' facili della classe bassa nel Settecento, un'epoca molto meno puritana dell'Ottocento, sono le donne che morivano d'amore quando Beau Brummell passava per Regent Street come si trattasse di un moderno divo del cinema, che gridavano invasate e che rispondevano alle battute provocanti degli uomini per strada quando le incrociavano ridacchianti.

Rocchetti e fili colorati che si possono trovare sul pavimento della casa, così come le due ceste di scampoli ai piedi delle ragazze (sotto il tavolo) e affianco alla padrona danno l'idea di un ambiente informale e sereno.


Riconoscere la couturiere, cioè la sarta, è facile in quanto è seduta in una posizione rialzata rispetto alle altre. Couturiere era il nome francese con cui venivano chiamate le sarte, rimase in voga fino all'Ottocento quanto fu soppiantato da un'altra parola francese: modiste (per alre info si veda il post Francesismi demodé e inglesismi trendy).

Con bravura sono stati raffigurati i gesti tipici del cucito, le mani intente nel lavoro della ragazza seduta a capotavola a capo chino e concentrata nel suo compito.
Altrettanto assorta nel suo abito è una delle due ragazze sedute sul lato lungo del tavolo, la sua compagna accanto, invece, fissa lo spettatore dritto negli occhi, l'ago, eppure le sue mani continuano ad operare, infatti l'ago sta tirando il filo del vestito che sta confezionando in un gesto automatico, ormai compito anche senza guardare.

Raspal è riuscito a trasmettere l'idea dell'attimo in cui la padrona ha lasciato momentaneamente il suo compito di cucito per indicare la veste tesa dall'altra ragazza, intenta a reggerla tra le mani; infine una terza sembra proprio intenta a prendere dall'appendiabiti un altra cappa colorata.

Le braccia dipinte da Raspal non sono quelle affusolate e raffinate delle donnine settecentesche di altri autori, specialmente quelli che gravitavano alla corte reale, ma una concreta riproduzione di quelle delle donne popolane del tempo, con muscoli forti e grossi per sopportare la fatica e il lavoro; le maniche sono ripiegate sul gomito, un chiaro segno di quanto lavorassero, dopo un po' infatti polsini e maniche lunghe diventano fastidiosi nel lavoro e ri tende a risvoltarli alla piegatura del braccio perchè non interferiscano.


Cari lettori spero che l'approfondimento sia stato interessante,
ci risentiamo presto,
baci




Mauser

2 commenti:

  1. Molto interessante! :)
    [Continuo a ripescare ogni tanto i vecchi post! :)]

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  2. stupendo , complimenti per la spiegazione e la descrizione , per una profana come me é stato veramente interessante leggere e capire e notare certi particolari . bravo , grazie

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