21 ottobre 2011

Sognando te: recensione

So che la rete pullula di persone che parlano di romance.So che in tanti si sono dati alla recensione di questo libro, un po' mi spiace finire nel mucchio, io che di solito faccio la voce fuori dal coro, ma è un libro a me molto caro, una storia che mi ha profondamente toccata e dei caratteri che mi sono piaciuti, per questo ci tengo a dire la mia e vorrei farlo nella maniera più particolare possibile. Occhio perchè spoilero parecchio, quindi se avevate già intenzione di leggere il romanzo è meglio che aspettiate.


Cover italiana, edizione Mondadori
Scordatevi che io posti una videorecensione, non vedrete la mia faccia neanche con le minacce, bastano le orripilanti immagini da drogata che la mia migliore amica ha pubblicato della nostra vacanza (e con tutte le belle foto che avevamo!), sono una persona che tiene alla propria privacy, al massimo posso dirvi che ho due occhi grigi e dei medi capelli color topo... sono una persona normale, piuttosto scialba, ma non l'insignificanza di Bella Swan che basta che cambi scuola per diventare Miss High School Musical e trovarsi una barcata di ammiratori o trasformarsi in una vampir fatale, nossignore, io a Sara Fielding ci somiglio davvero, occhiali a parte, e questo è uno dei motivi per cui Sognando te rientra di diritto nella lista dei miei libri super preferiti. Perchè ha una protagonista normale e caratterialmente umana.
Generalmente chi legge per evasione, come la sottoscritta, cerca qualcosa con cui dimenticare le brutture della vita, vuole storie dove nonostante le difficoltà tutto si risolva per il meglio, dove gli ostacoli sono grandi, ma sormontabili, vuole leggere di una quotidianità altrettanto grigia, ma con epiloghi diversi, dove i cattivi cadono in disgrazia e crepano tra atroci dolori o magari si redimono, dove i protagonisti incontrano il vero amore, quello che ti fa brillare gli occhi alla Mila e Shiro e conquistano una soddisfacente esistenza domestica e lavorativa fatta di comprensione e affermazione.
Chi legge 'sta roba vuole qualcuno che le somigli a far da protagonista di questi happy ending, oppure la gelosia è assicurata e l'insoddisfazione garantita.
Quasi tutti cercano se stessi nelle persone di cui leggono, piccole manie, paranoie, aspetti estetici, gusti.

Quando uno legge romance, di solito lo fa per i motivi di cui sopra, ma la vecchia scuola del genere, inaugurata dalla Woodiwiss nei lontani anni Settanta e portata avanti da fedeli eredi del titolo di regina prevedeva eroine da Miss Mondo, curve mozzafiato, un mare di occhi viola e capelli Pantene e carattere snob e spocchioso, difficile immedesimarsi in loro, piuttosto che cedere all'impulso di prenderle a sberle non appena aprono la loro saccente boccuccia o si mostrano in tutta la loro bellezza, anche in abiti dimessi, quando appaiono loro il cielo si fa scuro, trema la terra e i cuori palpitano. Senza contare gli -issimi che sono il must have di tanti libri. Unisex. Uomini e donne dei primi romance sembrano modellati sulle bellezze del cinema e delle riviste patinate, forse ancora più belli.

Il romance moderno, invece, ha virato filosofia, forse per esigenze di marketing, e così anche le sue eroine hanno conquistato difetti (le ginocchia storte, le lentiggini) cercando di essere più umane: da bellezze eteree sono diventate delle donne normali, anche se ovviamente impareggiabili agli occhi del loro uomo. A cosa si deve ciò?
E chi lo sa? Non chiedetelo a me, io di risposte non ne ho, mai avuto e mai ne avrò, di domande ne ho quante ne vuoi... ehm, scusate l'excursus Max Pezzali.
La mia prensunzione saccente, che fa concorrenza a Shanna Trahern, una delle più odiose e ammirate eroine made-in-Woodiwiss mi fa supporre che si tratti d'una metamorfosi dovuta al cambiamento del ruolo della figura femminile durante il XX secolo, dopotutto si è passati dalla negazione dei diritti della donna, compreso quello di voto, alla quasi totale parità dei sessi... il passo è stato lungo...
La donna moderna vede la femmina-oggetto come un non-mito da abbattere a cannonate, generalmente disprezza quelle come lei che fanno della bellezza e dell'atteggiamento da smorfiosetta la loro arma di conquista del mondo, analogamente una donna dotata di doti di carattere, una Mary Bennet, per esempio, è una protagonista esemplare delle storie scritto dopo gli anni Ottanta, per dire che quello che davvero vale è ciò che si ha nella testa/nel cuore [a seconda dei punti di vista] e una determinazione di ferro nel volerlo conquistare.

Sara Fielding, la nostra protagonista di Sognando te, è proprio l'esempio classico, priva dei mezzi moderni di abbellirsi un minimo con trucchi e belletti, figlia della più rigida etichetta puritana e vittoriana, è una ragazza scialba, non è certo la tosta Anita Blake in pantaloni di pelle e sguardo da dura, ma è ugualmente una signorina di talento perchè di mestiere fa la scrittrice, cosa per l'epoca non esattamente comune, e ha addirittura dato alle stampe, con grande successo, un titolo dai temi un po' scabrosi che ha per protagonista la vita di una prostituta londinese, Mathilda. Se la cosa vi sconcerta credendola inverosimile, date un'occhia a Moll Flanders dello stesso autore di Robinson Crusoe e pubblicato quasi un secolo prima di Mathilda e poi fatemi sapere.
Sebbene Sara non sia la prima vittoriana a parlare di donnacce, alcolizzati e giocatori d'azzardo piuttosto che borseggi ed espedienti, già questo denota alcune caratteristiche che l'autrice vuoel tramsettere sulla protagonista:
  • È poco avvenente, ma il suo spirito è molto aperto e curioso
  • Non ha paura di dire quello che pens, sebbene lo faccia sotto pseudonimo
  • Fa ricerca per essere coerente e non parlare di aria fritta
  • È sensibile ai problemi sociali e ne scrive per condannarli
Sono tutti punti che denotano una formazione moderna, l'autrice ha voluto caratterizzare Sara secondo i valori della nostra società, dove intelletto, perseveranza e curiosità sono le basi della persona di successo (non necessariamente un personaggio potentato), e dove l'impegno a favore dell'uguaglianza dei diritti è istillato già nelle scuole elementari.
L'uguaglianza dei diritti e il rispetto dell'uomo che Sara pubblicizza sul suo libro erano temi difficili per l'epoca Vittoriana, che andandoli ad analizzare faceva emergere i problemi e le colpe della società che si stava creando.

Sara, abbiamo visto, è una donna e segue i propri ideali e le proprie passioni, questo suo comportamento viene motivato con scelte particolari dell'autrice, cosa per la quale l'ammiro, come i genitori che si sentono responsabili della sua educazione ideologica,  per via dell'anzianità che impedisce loro di guidarla personalmente. Essere idealisti e romantici non era una virtù, in epoca vittoriana, ma un deficit, le donne che pensavano troppo pretendevano di dire la loro, la nostra protagonista lo fa e questo le avversa la madre del futuro sposo, la signora Kingswood, arroccata nel suo castello di silenzi femminili e cattiverie sibilate.
Cover originale
Il dualismo dell'eroina intrappolata a metà di due epoche è evidente: ritiene che la sua passione meriti di essere approfondita, come riterrebbe un'idealista, ma allo stesso tempo è disposta a cedere la penna una volta che l'età la condannerà definitivamente a sposarsi e mettere su famiglia con un uomo che certo non la incoraggia a scrivere. Sara è un'anticonformista nonostante sia la più ligia alle regole del tempo, cuffia compresa, eppure si vede che è stata creata in tempi recenti, i libri pubblicati prima della metà del XX secolo, infatti, hanno per protagonisti eroi ed eroine che rincorrono sia il successo che la rispettabilità, l'approvazione altrui, insomma, nonostante lo scandaloso passato tutti combattono per far tacere questi pettegolezzi, pensiamo a Lady Audley, per esempio.

Ma la nostra Sara ha deciso che lasciare per lasciare, vuole farlo in grande stile, solo che rischia un po' di più di Eddie Cullen, e scrivere un ultimo romanzo prima di accasarsi definitivamente è il suo modo per dire addio alla sua vera vocazione. Per scriverlo va a Londra ad indagare sulla vita dei bassifondi dove viene coinvolta nella sparatoria di due uomini, uno rimane ferito, mentre l'assalitore lo uccide lei con la sua pistola da borsetta e salva la vita del ferito che, altri non è se non il famigerato Derek Craven, proprietario del più discusso locale di Londra, noto uomo senza scrupoli cresciuto nella strada e sorto dalle maleodoranti acque del Tamigi alla gloria della ricchezza.
Derek è forse il protagonista di romance che ha spezzato più cuori, compreso il mio e forse il self-made-man più coerente e riuscito. E la coerenza, lo sapete bene, per me è tutto.

La scarsa esperienza di Sara, che determina la sua ingenuità nei confronti delle persone, si scontra inevitabilmente col cinismo di Derek, che invece la propria capacità di giudizio l'ha imparata dalle esperienze della sua pelle.
Inutile dire che nonostante le divergenze d'opinione in materia di caratteri, i due sono destinati a finire insieme, principalmente per una questione di compensazione, la sceltà più comoda del romance, ma la più difficile da rendere credibile.

Certo, commento sempre io che sono cinica come Marilla Cuthbert (quella di Anna dai capelli rossi) è facile essere felici quando si è assolutamente, e vorrei sottolineare ancora assolutamente, certi dell'amore della persona di cui si è invaghiti che, tra le altre cose, è pure un miliardario col sorriso sbilenco, un quarto di manzo ricco, bello e sfacciato e per di più pure estremamente interessato al vostro benessere anche se non siete una dea, ma i due personaggi e le loro relazioni meritano un approfondimento un po' più accurato della battuta cattiva di una donna gelosa, perchè alla fine è questo che sono, gelosa della protagonista di un libro perchè lei mi somiglia e le invidio l'impossibile epilogo della sua vicenda nonostante sia fermamente convinta che non si debba MAI invidiare personaggi immaginari.

Ma dicevamo, cosa rende così magica questa storia che è uguale a mille altre? Perchè Sognando te fa battere così il cuore e I segreti del visconte di Anne Mallory no? Eppure ci sono due zitelle come protagoniste e un tenebroso partner dagli occhi scintillanti.
Evidentemente gli ingredienti non bastano, serve il manico, come dicono da queste parti.Credo che la meraviglia di Sognando te sia nella bravura con cui la sua autrice, l'osannata Lisa Kleypas ha tratteggiato i caratteri dei protagonisti. Lisa non sarà un genio, non sarà oro tutto quel che tocca, ma di sicuro se s'impegna sa partorire delle vicende che in confronto Cenerentola sembra sciapa.

Di Sara abbiamo detto prima, sappiamo che è un'anticonformista travestita al meglio, è avvincente e piena di sfaccettature, ma questo non deve trasparire dal personaggio, almeno quando non si contrappone con la sua metà, perchè era così che costringeva la società vittoriana, a sopprimere l'essenza in favore di un conformismo bigotto. Come far diventare insulso un personaggio tanto affascinante e senza annoiare o irritare il lettore, ma parteggiare per lei? E come farlo virare ad una spontaneità finalmente liberata senza forzare troppo i tempi?
Con la percezione che altri ne anno di lei e che lei ha di se stessa. Degli altri abbiamo detto sopra, ma di lei?
L'interiorità di Sara traspare dai suoi modi e dai suoi gesti, è rigida e trattenuta, ma curiosa, eppure non è affetta della curiosità morbosa di altre eroine verso il sesso maschile e il sesso in genere, perchè alla fine sempre intorno a quello ruota il mondo, no, Sara ha delle sottigliezze molto particolari, ciò che la rende coerente, che ce la rendono più umana e più storica, Sara vuole i baci, per lei il sesso è tabù, lei è timida per davvero perchè così è stata educata, un riferimento troppo esplicito risulta incomprensibile alle sue orecchie poco abituate al gergo volgare. Insomma, è una persona che scopre l'amore e l'attrazione da adulta, ma lentamente e con molta incertezza come certe ragazze fanno ancora [sì, ci sono ancora], qui sta una grande descrizione dell'autrice, che è maestra di tempistiche perfette senza dilungarsi in troppi.
E qui sta anche lo spunto per un carattere maschile a dir poco FANTASTICO.
Perchè Derek Craven, oltre che tutto quello che abbiamo detto essere prima, è anche talmente preso dalla nostra, dall'avvicinarsi a questo suo mondo ovattato con passo altrettanto felpato e delicato; Derek è innamorato e si vede; non è smielato, è soggiogato dal fascino di lei e, come noi, neppure lui se lo spiega. Estasiato da quanto diversa può essere la percezione dell'esistenza rispetto alla sua e desideroso di condividerla, ma con i suoi simili nel carattere, tipo Lily, l'interscambio è stato poco efficace, finendo per rimanere relegato nelle sue posizioni, questo nuovo tipo di interlocutore forse, nella sua diversità, è quello giusto per cambiare il punto di vista.
Certo, lui a differenza di Sara ha esperienza accumulata alle spalle, e questo comporta una certa intraprendenza in tutte le cose che spiazza Sara in più di un'occasione, ma è lo stesso Derek che per amore di lei si mette dei freni a dispetto del suo cinismo o della sua passione, principalmente perchè le vuole bene, ma anche perchè rispetta questo suo modo di essere così diverso dal suo e, in fondo al cuore, l'invidia, specialmente l'ingenuità e la purezza delicata di cui Sara è ammantata e rimane anche dopo che l'amore tra i due divampa ufficialmente. Sara è la sua parte più luminosa, ciò che gli ricorda che le brutture che ha visto e vissuto non devono colpire altre persone.
È l'amore dei sogni, dove esiste il rispetto reciproco senza prevaricazione.

Derek si considera una persona egoista, in realtà ha più a cuore gli altri di quanto voglia far apparire. L'eroe del romance moderno è sempre tormentato dai demoni interiori [quando questi demoni non sono creature infernali di prodigiosa bellezza venute a tentare un'altra eroina], ma quelli di Derek sono particolarmente vivi e brucianti anche per il lettore, la sua tormentata infanzia e il fatto che sia sceso a terribili compromessi per raggiungere il successo che voleva, ciò lo rendere più giustificabile ai nostri occhi quando emerge la sua idea che la vita, specialmente quella degli altri, è vuota, stupida, priva di gusto, Derek ha trangugiato tutto ciò che l'innalzamento della sua condizione ha portato con sè, tutto ciò che prima non era altro che un miraggio, e adesso ne è così pieno da esserne sazio, addirittura disgustato, cosa che lo spinge ad incominciare una relazione con la perversa Lady Ashby solo perchè tra tutti gli altri sembra un personaggio che riesce a trasmettere qualcosa, anche se si tratta di qualcosa di male, che va oltre quello di cui è già pieno ed annoiato.
Nessuno trova l'errore in Derek o lo condanna per la sua ingordigia di potere, ricchezze, donne, è imperfetto, ma comunque concepibile, plausibile; la sua esagerazione cinica si sa da dove proviene ed è ammissibile. Perfino noi diremmo: con quello che ha passato è normale che sia così o agisca colà.
E non solo, ad infatizzare tutto ciò ci si mette l'incontro con una donna diversa da quelle che ha visto fino ad allora, dalle baldracche dei bassifondi, dalle lavandaie e dalle nobildonne fin troppo facili: Sara. L'infanzia tremenda, la crescita in mezzo alle difficoltà l'hanno lasciato indurito dalle prove della vita, il fatto che il suo impero sia costruito col sacrifico, ma anche col compromesso di basso grado ha completato l'opera e Derek crede che tutto abbia un prezzo, che si possa comprare qualsiasi cosa, eppure subisce egli stesso il peso di tutto ciò sentendosi sporco e inadeguato di fronte a Sara, che per lui è il mito della purezza, nonostante ciò che ha conquistato.
Derek sa di aver fatto strada nella vita, ma percepisce la propria anima annerita dalle brutture della vita, sa che è così perchè è sufficientemente obiettivo da comprenderlo e, quindi, per quanto sia più ricco e potente di Sara, si sente incapace di affiancare l'anima di lei, che invece è splendente.
Il lettore omprende giustifica il suo ritrarsi dalla donna come raramente si fa con le ritrosie di protagonisti e protagoniste, anche qui in'altra bravura dell'autrice.

Illustrazione dell'edizione originale
(bellissima)
Sara invece, che è innamorata e decisa ad avere il suo uomo, ama Derek per quello stesso motivo, per la sua voglia di risollevarsi e di non continuare a nuotare nel fango, non è il mito dell'avarizia, del voglio di più, è il mio della sopravvivenza, del voglio andarmene da questo posto ammuffito. Sara comprende come il lettore perchè Derek non è il bastardo insensibile che tutti credono. Il lettore capisce insieme a lei e non si sente escluso dal loro mondo, ma perfettamente coinvolto nel menage.
Qui divina-Kleypas è riuscita ancora nella sua magia di tratteggiare un carattere, una storia e un personaggio senza scadere nel banale, senza finire nel noioso, senza raccontare per filo e per segno la sua storia, ma allo stesso tempo senza trascurare dettagli rilevanti della vita di quest'uomo che da ragazzo è anche entrato nel business della resurrezione, alias tombarolo, un particolare irrilevante, che però ne ha nell'immaginario del tempo, tanto per sottolineare quanto sia cinico e irriverente nei confronti dei benpensanti COME Sara, ma non con LEI.
Tra lei e gli altri, negli occhi tormentati di lui, passa un abisso.
Un abisso che si riduce piano piano quando Derek le confessa le sue colpe e dà sfogo alla sua tenera, piuttosto che alla passione, in quel momento, ricevendo il perdono di Sara, Derek si sente finalmente degno di lei. Sara, da donna innamorata, gli avrebbe perdonato di tutto, omicidi, brutalità, ne sarebbe rimasta sconvolta, ma l'avrebbe comunque perdona, questo Derek non lo sa, ma ciò basta comunque ad arrestare la sua inesorabile discesa verso il disgusto di sé che prova da quando ha conosciuto lei. Con lei lo accetta come una forma per quello che è oggi, per essere una parte di quello che a lei piace di lui, uno dei mezzi che li ha fatti incontrare.

Mettere insieme questi caratteri può sembrare facile solo in apparenza perchè hanno poco in comune e formano la classica coppia di opposti che si attraggono, ma questo abbinamento a volte sembra stonato nei romance, poco definitiva, con poche motivazioni a supportare l'unione, a parte una passione travolgente che si consuma in infiniti amplessi e non si sa mai dove vada a parare finito l'happy ending. Durerà? Lui avrà abbastanza resistenza per farla durare?

Invece Derek e Sara si sposano bene insieme grazie al talento di questa maga della penna che non trascura certo l'attrazione tra i due, neanche quella fisica che è sì manifesta, ma dovutamente trattenuta come era giusto che fosse nell'epoca vittoriana in cui si è scelto di ambientare la vicenda
In più questa attrazione è descritta con terminologia e tempistiche che non la rendono affatto volgare; ci sono stati romanzi, anche moderni, dove quindi il tatto su certi argomenti può essere moderatamente contenuto, dove la parte sessuale mi è risultata particolarmente fastidiosa, Orgoglio e perdono è stato uno di questi, c'era poco tatto nel parlare di certe cose, sarà che sono rimasta una di quelle che ancora si indignano di fronte a volgarità troppo spinte... altri su questo genere sono i romance dove la storia non esiste proprio, ma l'intera struttura è solo un pretesto per mostrare culetti al vento, sono cose troppo superficiali, troppo prive della capacità di coinvolgere emotivamente il lettore per essere apprezzabili, questo perchè i primi a non essere emotivamente coinvolti nella vicenda sono proprio i personaggi che si aggirano nelle pagine, piatti e senza sugo, macchiette. Un personaggio che non prova emozioni perchè troppo piatto [non obiettatemi che ci sono persone così anche nella realtà che potrebbero apprezzare: quelle persone non leggono] non è in grando di coinvolgere psicologicamente il lettore che vede tutto da spettatore esterno e dopo un po' si stufa di questo e questa eroina che non fanno altro che accoppiarsi come conogli e a i quali va tutto bene, si finisce per stufarsi o, peggio, odiare questi caratteri peggiori di noi, ma più fortunati. E anche lì il confine tra realtà e finzione sembra sempre troppo labile, ma bisogna ricordarsi che sono distinte, che le vicende di questi non sono vere...

Certo, la mano da romance di Lisa si sente, ci sono dei cliché tipici del genere, ad esempio un complice del cattivo che cerca di rovinare la protagonista trascinandola in uno scandalo, il fatto che lei vada dalla sarta per farsi bella per lui, anche se in modo indiretto, anche che conquisti una migliore amica che la supporta come una cheerleader in ogni sua scelta sbagliata per l'epoca, ma comprensibile da noi.
Inconsueto, invece, il fatto che Derek vada a consolare la sua solitudine da una donna che somiglia a Sara, ma non la solitudine fisica, come tutti gli alri machi da romance, bensì quella psicologica, il sentimento di abbandono e la necessità di tenere tra le braccia la propria amata, sono gesti semplici di chi la vità la vive e l'ha vissuta appieno e dà importanza a queste cose, chi non è mai arrivato ad un livello di intimità mentale tale da potersi dimenticare delle carezze sensuali, per dedicarsi anche a quelle affettuose.
Sembra strano, ma è così che viviamo, sono i piccoli gesti che ci commuovono o fanno irritare, non gli amplessi stellari, per questo gli altrettanto piccoli dettagli di questi personaggi ce li fanno amare così profondamente, perchè ai nostri occhi sono umanissimi, sembrano reali, più dei nostri vicini di casa.

Struggersi per un uomo a cui manca l'abbracciare l'amata, ho scoperto, è estremamente facile.
Ma come ripetevo al principio, è tutto un gioco di tempi splendidamente orchestrato dalla Kleypas in maniera magistrale. Questa sì che è una donna che sa gestire il tempo narrativo alla grande e l'ha dimostrato anche in un altro suo romanzo, che però è un contemporaneo e quindi non comparirà su questo blog, ovvero Sugar Daddy, il mito del self-made in scala diversa più sul self-survived-woman, la conquista della propria identità e del diritto di amare. Adorabile.
Certo poi nel mucchio ci sono anche titoli di livello inferiore, non tutto ciò che partorisce santa Lisa è un capolavoro, ma ci sono certe chicche che meritano davvero.
Sognando te è sicuramente una di queste.

E tanto perchè qualcuno si ricordi della cosa, le ragazze moderne, che abbiano quindici o venticinque anni piuttosto che cinquantacinque o ottantacinque non sono tutte come la Carrie di Sex and the City, ci sono persone differenti per carattere e psicologia, più timide, più riservate e meno intraprendenti e non vorrei che con questa mania del ritrarre la società moderna venissero dimenticate proprio perchè poco appariscenti. Il programma Plain Jane di MTV in questo senso sta facendo un pessimo lavoro, una ragazza che cerca la propria identità o che la trova in un personaggio poco appariscente non è detto che debba cambiare solo perchè ciò non si adatta al mito moderno della vamp intraprendente con l'uomo che ama, solo per divertire una pletora di curiosi che vogliono vedere cosa ne può uscire da quel brutto anatroccolo, credendo che per essere una bella persona basti un taglio di capelli o una lampada abbronzante.
A queste persone che lo credono, dico solo che sono così prive di personalità e di un'opinione propria, per non parlare della loro intelligenza microscopica, che è solo che inevitabile che lo credano.
Non è detto che dobbiamo tutti conformarci su un unico modello, lo dice una che ha aperto un blog di storia nel mondo dei fashion blog e non perchè disprezzi i fashion blog, ma perchè non sarei mai stata in grado di tenerne uno, ci sono troppi esseri umani, e tutti diversi, per riuscire anche solo a concepire il fatto che ci sia uno standard, una linea, un master copy.



Mauser

11 commenti:

  1. Premettendo che non leggo praticamente mai romance, sono stata spesso tentata di comprare "Sognando te". Un libro simile che mi è piaciuto tantissimo è "Un'estate da ricordare" di Mary Balogh...ha la stessa coerenza storica, per quanto possa averla un romance che non è dunque un romanzo storico vero e proprio, e i suoi caratteri di entrano dentro, sono reali e vivi. Quanto vorrei capire come si fa a far vivere i propri personaggi....mi riuscisse sarei la donna più felice del mondo!! Ma questa è un'altra storia. Penso proprio che a questo punto lo comprerò... Grazie della recensione, assolutamente personale e originale tranquilla. Un bacio cara

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  2. Se il libro della Balogh ti è piaciuto, sono certa che sarà così anche con questo, ti consiglio sia Sognando te che Sugar Daddy.
    La parte storica, è vero, è poco approfondita, ma è una storia d'amore ben incastonata nell'ambientazione e sufficientemente coinvolgente. A mio parere Sognando te è addirittura migliore di Un'estate da ricordare, però non posso parlare a nome altrui. Fammi sapere quando avrai letto se ti è piaciuto =)

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  3. Frizzantissimo questo post! Le eroine dagli occhi viola... Cielo, qualche volta le incontro ancora!

    Concordo con te sull'osservazione riguardante l'esistenza di ragazze che sperimentano l'attrazione da adulte e quella sulle ragazze lontane dall'intraprendenza e l'esuberanza di Carrie di Sex and the city.

    Anche a me è piaciuto Sognando te. Il commento di Irene mi ha fatta, però, riflettere: credo che la Balogh riesca a trovare, nei suoi romanzi, un equilibrio maggiore tra modernità e ambientazione storica; la Kleypas vira di più verso il contemporaneo e gli ideali di oggi. Forse è solo una mia sensazione.

    Due autrici davvero abili a scrivere romance d'ambientazione storica rimangono per me la nota Heyer e la meno famosa Elinor Childe (quest'ultima, però, tende anche a imitare il modo di esprimersi dell'epoca, quindi non è sempre scorrevole).

    Grazie per la ricca recensione,
    Ludo.

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  4. Sono d'accordissimo con te Ludo, e credo sinceramente che Georgette Heyer soprattutto, ma anche Elinor Childe, non siano da considerare proprio autrici di romance, almeno non nella concezione che ha presto OGGI il romance. Sono romanzi storici meno impegnati, più leggeri e con al centro della storia la parte sentimentale, naturalmente, ma mantengono una fidatezza storica, un'attenzione per la scrittura ed una adesione abbastanza veritiera ai valori dell'epoca ( e anche al linguaggio, che credo sia una parte dell'ambientazione ) che non sono riscontrabili nei moderni romanzetti rosa.

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  5. Vero quello che dite, il romance moderno è un po' troppo liberale su certi aspetti, tuttavia quello che meno mi convince della Heyer specialmente, sono i caratteri.
    Sembrano davvero un po' piatti per i miei gusti, perfino quando ci si trovava a confrontarsi con uomini e donne dai potenziali notevoli. Insomma, l'ambientazione è perfetta, ma i personaggi mi lasciano insoddisfatta

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  6. @Maueser & Irene: dovreste provare a leggere Frances Burney (in italiano è facilmente reperibile solo Evelina). Ci troverete una bella ambientazione, una storia interessante, problemi sociali e una buona caratterizzazione, seppure condita con la satira. Una nota è doverosa, però: Frances Burney non era Jane Austen. Scrisse prima di lei, era legata a modelli letterari diversi e a esperienze personali diverse, aveva uno stile differente. L'approccio meno rischioso è quello senza 'pregiudizi letterari' (mi si passi l'espressione).

    Tra l'altro, in questo post si è accennato anche a prostitute. La Burney è, sinora, l'autrice più remota che ho incontrato che fa cenno a donne di facili costumi (in modo sobrio, sia chiaro, ma anche lievemente ironico).

    Ludo.

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  7. Ho letto la Burney, sia Evelina in italiano che Cecilia (un peccato che non sia stata tradotta la sua opera), mi piace come autrice perchè è molto schietta e ha un tratto descrittivo puntuale senza essere pedante, costruisce dei personaggi strutturati, nella loro apparente semplicità e il fatto di non essere un'autrice moderna la salva dal doversi confrontare con valori impropri per l'epoca di cui parla. La consiglio molto caldamente.
    Un po' sul genere, anche se più semplicistica, è stata Clare Darcy, tempisticamente più moderna viene spesso fatta passare in secondo piano come la sorella di Barbara Cartland, con la quale non credo condivisa molto, anche lei ha fatto bei ritratti di signore dell'epoca regency e vittoriana

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  8. Per quanto riguarda la Darcy sono d'accordo con te Mauser, e grazie del consiglio Ludo....metto subito Evelina nella mia to-read-list, come se non fosse già abbastanza lunga! :)

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  9. Fuori tema: avevi poi letto "Una rosa d'inverno"?
    Ciao.

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  10. Devo dire che mi hai incuriosito con questa tua bella recensione. Ci sono libri che toccano corde sensibili dentro l'anima e rimangono. Pazienza se finisci nel mucchio. Non è il cosa che importa, ma il come. Quando scrivi con passione..allora il libro diventa unico. Anche se ne parlano altre 3500 mila persone.

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  11. @Alchemilla: ho visto che è uscito il seguito, ma non l'ho comprato perchè costava un occhio della testa e io non prendo quasi mai prime edizioni, inoltre volevo un volume che facesse il paio con l'altro, sono una che a questi dettagli ci tiene parecchio =)

    @Carolina: grazie per le belle parole, sei stata gentile a rincuorarmi così e spero davvero che la mia recensione serva a qualcosa nei riguardi di questo libro

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